Il rinvenimento del simulacro della Vergine delle Grazie nel 1472 ha dato avvio all’ampliamento della chiesa con l’apertura del fianco sinistro dell’edificio per costruire una cappella che, all’ingresso, custodisse la venerata effige. L’antica cappella, oggi destinata al Sacramento della Riconciliazione, conserva la struttura originaria a pianta rettangolare coperta con una grande volta a crociera, le cui venature s’innalzano da semicolonne addossate agli angoli, scaricando la loro tensione nella chiave centrale che si prolunga in una gemma pendula raffigurante la Vergine delle Grazie.
L’arco di accesso a sesto acuto è impostato su pilastri polistili con capitelli scolpiti. A questi ultimi è affidata la narrazione figurata della storia della salvezza attraverso l’incarnazione di Cristo, alla cui luce viene riletta la cronaca locale. I capitelli dal punto di vista didascalico vorrebbero leggere le vicende del ritrovamento del simulacro della Vergine delle Grazie in questo modo: l’angelo Gabriele apparve a Maria in preghiera nella chiesa di san Pietro, quando era vescovo di Sassari mons. Antonio Cano – rappresentato dallo stemma in cui compare un cane rampante e, sullo sfondo, una pianta con un volatile ad ali spiegate – e sindaco Cambule Meloni – evocato dalla raffigurazione di una pianta di melone con il suo grosso frutto, allusivo, forse, all’omonima famiglia sassarese, di cui il sindaco faceva parte.
Tra le numerose figure scolpite nei capitelli, spiccano gli apostoli Pietro, sul pilastro di destra, e, di fronte, Paolo.
Nel 1920 il piccolo presbiterio è stato ampliato, dando origine ad una seconda cappella rettangolare, con le pareti laterali a filo con quella antistante quattrocentesca. La cancellata seicentesca in ferro battuto è rimasta immutata. L’altare di stucco, edificato nel 1822 al posto di uno ligneo color oro, è stato sostituito dall’attuale di marmo, opera dei fratelli Andrea e Antonio Usai di Sassari, per celebrare l’incoronazione della Vergine delle Grazie, avvenuta il 9 maggio 1909.
Accanto all’altare sono esposti i due Candelieri del Gremio dei Massai, a destra quello ottocentesco e a sinistra il moderno, portato in processione ogni 14 agosto, insieme ai simboli delle altre corporazioni, nella Faradda, la Discesa dei Candelieri. I Massai erano i grossi proprietari terrieri, dediti alla coltivazione dei cereali. Tra i simboli della corporazione spicca il grano; lo stendardo è di colore bianco e la loro Patrona è la Vergine delle Grazie. La colonna del candeliere è decorata con motivi floreali e sulla parte anteriore compare l’immagine della “Signora di nostra città”.